Mirror
L’opera Mirror è stata realizzata dallo sciclitano Daniele Assenza. Al completamento dell’opera lo scultore ha voluto donare l’opera, raffigurante il Cristo Risorto di Pastore, alla neofita associazione culturale “Portatori di Gioia”. Qui di seguito il motivo che ha spinto Daniele Assenza alla realizzazione di Mirror:
Un silenzio assoluto interrotto solo per qualche attimo dal tintinnare delle vetrate di una chiesa. Un bambino percorre la navata trepidante, ansioso di poter ammirare la sua scultura preferita, l’unica vista fino a quel momento, l’unica da poter osservare da vicino nella sua splendida bellezza.
Quel bambino ero io e quella statua quella del Cristo Risorto di Santa Maria la Nova: Il Gioia. Il bambino oggi è cresciuto ma porta con sé, vive, quelle emozioni.
Comincio da qui a raccontare il percorso che mi ha portato a realizzare quest’opera e che più in generale è il racconto del mio percorso artistico fino ad oggi.
La scultura del Gioia è stata la prima opera scultorea con cui mi sono confrontato. Ammaliato dalla sua bellezza mi divertivo a ispezionarla centimetro per centimetro. Per non parlare dei vari studi fatti durante tutta l’adolescenza, per riprodurla anche attraverso delle tecniche per così dire improvvisate.
Il mio sogno era quello di poter realizzare un giorno un’opera che potesse eguagliare quella scultura in bellezza, un’opera che non fosse identica nell’aspetto ma che potesse suscitarmi le stesse emozioni. L’occasione mi si presentò qualche anno dopo. Mi venne infatti commissionato un crocifisso in legno d’ulivo.
Cominciai così a confrontarmi con una nuova materia: il legno.
Mi venne in mente quel sogno adolescenziale. Così cominciai. Il percorso di realizzazione di sicuro non è stato facile, soprattutto per la scelta del materiale il legno di pino marittimo poco adatto ad essere scolpito. Ma a me le sfide piacciono.
Ho lavorato sulla scultura per quasi 2 anni, a più riprese soffermandomi di volta in volta su alcune parti specifiche. Ho scolpito sicuramente seguendo i miei stati d’animo, influenzato dal clima sociale e culturale e soprattutto dalla mia percezione degli eventi vissuti in quel periodo. L’opera mi ha accompagnato per così tanti mesi che non poteva non vivere insieme a me quei momenti. In particolare sono intervenuto sul mantello dipingendolo di nero e reinterpretando in modo più personale l’opera. Mi ricordo bene quel giorno, ho agito d’istinto, un impulso, ho sentito la necessità di esprimere attraverso la scultura il mio dissenso, il fastidio nei confronti di ciò che stava succedendo: tantissime persone in quei mesi morirono in mare. Scappavano dai loro paesi d’origine, pieni di gioia per un nuovo inizio e andavano a morire da soli, abbandonati e nell’indifferenza assoluta da parte nostra. La mia scultura era diventata “Mirror”: il riflesso della nostra società cupa, indifferente, nera appunto.
All’inizio, tuttavia, non sapevo se avrei rimesso mano all’opera. Invece così è stato. La cosa particolare è che il pensiero di dipingere nuovamente il manto di rosso è maturato in piena emergenza covid. Mi è capitata, infatti, tra le mani una vecchia foto dell’opera con il manto rosso. Ho ricordato d’improvviso lo stupore e la meraviglia di tutte le persone che erano passate a vedere l’opera. Ho rivissuto quei momenti e quelle emozioni decidendo così di tornare a lavorare sulla scultura ridipingendo il manto di rosso a simboleggiare l’opera nella sua essenza come simbolo di rinascita. L’arte della vita: trasformare un momento di crisi, come quella vissuta in questo periodo, in un’opportunità di crescita, una rinascita per tutti noi.
Insieme a questa decisione ho maturato anche la consapevolezza di voler mettere la mia opera a disposizione della comunità. Mi sono dato da fare subito mettendomi in contatto con l’associazione “Portatori di Gioia”, che penso sia la più adatta a custodire la scultura, in considerazione del loro interesse e dell’aiuto in ambito sociale e culturale. Ringrazio a questo proposito tutti i portatori per l’entusiasmo e il coinvolgimento, che hanno dimostrato nella partecipazione al progetto. Ringrazio in particolar modo il direttivo dell’Associazione, sempre presente e disponibile. E’ anche grazie a loro se sono qui a presentare quest’opera.