La processione del Venerabile

Foto: Diana Cimino Cocco

La vera festa dell’eucaristia dunque è la Domenica di Pasqua. Questo lo hanno compreso bene i nostri padri quando hanno voluto la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento proprio la domenica di Pasqua. Quindi la processione eucaristica la domenica di Pasqua, da noi chiamata del “Venerabile” e poi del “divinissimo”, è la testimonianza del perdurare a Scicli delle tracce dell’autentica e antichissima liturgia romana e del suo svolgimento prima che nascessero le contaminazioni devozionali dei secoli successivi. E’ questa una processione tra le più antiche a torto oggi contestata da chi non conosce la storia della liturgia, che ricorda quando nel Medioevo, prima ancora dell’istituzione del Corpus Domini, il Sacramento veniva portato in processione nella sua custodia o la Domenica delle Palme o il mattino di Pasqua.
Io penso che il mantenimento e poi l’incremento di quest’uso sia dovuto alla Confraternita del SS.mo Sacramento che aveva la sua sede in S. Maria La Piazza fondata dal vescovo di Siracusa nel 1630, la quale talmente si distinse nel culto per l’Eucaristia da ottenere dal Vescovo di Siracusa di poterla portare in processione ogni terza domenica del mese, grazie all’aggregazione con la  Chiesa della Minerva in Roma! Così abbiamo notizia che già per la transizione del quattro novembre 1660 tra le chiese di Scicli il beneficiato di Santa Maria La  Piazza porta in processione il Sacramento a S. Maria la Nova, mentre già  il 16 aprile 1688 nel decreto episcopale dato dalla Curia di Siracusa si dà licenza di fare la processione del SS.mo Sacramento nel giorno di Pasqua dalla chiesa di Santa Maria La Piazza alla Chiesa di Santa Maria La Nova, seguita, al suo rientro, dalla traslazione della statua del Cristo Risorto nella Chiesa di S. Maria La Piazza.
Successivamente però si parla solo del Venerabile e non si ha un accenno né al Cristo né alla Vergine.
Stranamente il Carioti (seguito dal Pacetto e dallo Spadaro), nel capitolo su Santa Maria La Nova non parla né della festa di Pasqua né di statue del Risorto. Parlando di Santa Maria La Piazza oltre all’accenno già citato, aggiunge: “…il beneficiato [di Santa Maria La  Piazza] nel giorno di Pasqua, dopo cantata la  Messa col Sacramento esposto, si mette in processione ch’esce dalla sua chiesa e la termina colla benedizione entro la chiesa di Santa Maria La Nova; né dica che ritorna in Santa Maria, giacché la sola confraternita colle due statue di Maria e di Cristo Risorto escono da Santa Maria Nova, portandole in Santa Maria La Piazza, per farsene la processione nel martedì di Pasqua, nel qual giorno la processione delle cennate statue comincia dalla chiesa di Santa Maria La  Piazza e termina in quella di Santa Maria La Nova.”
Questa prassi risulterà nell’accordo del 1738 che così prescrive:
<<processione del Venerabile portato dal parroco di Santa Maria La  Piazza o in sua mancanza da qualche dignità o canonico di Santa Maria La Nova. Esce dalla chiesa suddetta di Santa Maria La  Piazza con l’intervento dei capitoli di Santa Maria La  Nova, che vanno sotto la sua croce e di alcuni eccellentissimi secolari invitati che vanno sotto la croce di Santa Maria La  Piazza e dei regolari invitati ancora sotto le di loro croci e della confraternita di Santa Maria La Nova, nella di cui chiesa si porta dove si da la benedizione del venerabile.
<<successivamente [dopo la benedizione col venerabile] ritorna eodem ordine la stessa processione con la quale si conducono le statue di Cristo Risorto e di Nostra Signora e si portano nella chiesa di Santa Maria La  Piazza.>> 
Invece la tradizione del Venerabile si è mantenuta inalterata fino al presente, tranne che per alcuni periodi definiti: dal 1738 al 1770 e poi dal 1818 al 1835, con l’unica variante che, estintisi i capitoli dei canonici e con l’erezione delle collegiate in parrocchie, la processione inizia e finisce nella chiesa di Santa Maria La Nova e, girando per il paese, effettua invece un’unica sosta nella chiesa di San Bartolomeo in segno di concordia tra le due confraternite rimaste a Scicli (prassi inaugurata verso il 1950 quando le due chiese erano ormai sedi parrocchiali, mentre per tutti i secoli passati l’unica sosta nel breve percorso tra Santa Maria la Piazza/poi Carmine e Santa Maria la Nova era sul sagrato della Chiesa della Consolazione da dove, in un altare preparato fuori apposta dal Capitolo della Consolazione, veniva data la benedizione al popolo che si assiepava nella strada sottostante). Inoltre dobbiamo ricordare che l’usanza che fosse il parroco di Santa Maria La Piazza a portare il Santissimo Sacramento rimase anche dopo la erezione di Santa Maria La Nova in Parrocchia autonoma.
I canonici nel 1778 cercarono di rendersi autonomi (con la scusa che anche celebrando a Santa Maria La Piazza tutti i paramenti e i giogali e le spese erano a carico di Santa Maria La Nova) ma i parroci di Santa Maria La Piazza respinsero sempre tale pretesa.
Fino alla fine degli anni cinquanta (cioè fino alla scomparsa dei canonici) è sempre il parroco di S. Maria La Piazza (di fatto il parroco del Carmine erede di S. Maria La  Piazza) che celebra la  Messa con tutti i canonici di S. Maria La  Nova (che scendevano sempre con i loro paramenti) e fa la processione. L’unico cambiamento sarà che con la scomparsa dei canonici la processione con il Santissimo non partirà più da S. Maria La  Piazza (poi Carmine)  ma dalla stessa S. Maria La  Nova da dove ormai parte e rientra la processione (però era il parroco del Carmine che saliva con i suoi paramenti e la sua croce e celebrava la  Messa e presiedeva la processione).
Quanto fin qui abbiamo detto mi permette di finire con un’affermazione che forse sorprenderà qualcuno: liturgicamente parlando, il vero fiore all’occhiello di Scicli a Pasqua non è il Cristo Risorto ma la processione eucaristica. Se c’è tradizione (ma di quella vera e grande) da conservare, tramandare, incrementare è proprio questa: certo a livello popolare il Gioia attira direi quasi naturalmente, ma non si potrebbe fare uno sforzo in più per mettere in degno rilievo questa perla liturgica?
Padre ignazio la china
Don Ignazio La China, Vicario Foraneo del Vicariato di Scicli